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Lezione n° 1: Cosa è lo scheletro

Ognuno di noi sa cos’è uno scheletro. O meglio, lo conosce. Ha l’elemento archiviato nella mente.

Lo vediamo in continuazione, riproposto in più chiavi di lettura, e in mille aspetti, dal più drammatico simbolismo alla comicità più sfrenata. È sotto i nostri occhi molto di più di quel che crediamo: se facciamo mente locale, che siano fumetti, film pubblicità o illustrazioni, il nostro scheletro è una raffigurazione simbolica assolutamente permeante la nostra vita quotidiana.

È il simbolo stesso dell’essere umano, da sempre, iconografia della morte, dei film horror, ma anche simbolo conosciuto e amico (vedi la festa dei morti messicana) e noi lo vediamo ogni minuto secondo, 24 ore al giorno, ininterrottamente.

Dove? Semplice.

Lo vediamo sempre, negli altri, In noi stessi davanti allo specchio. Perché noi vediamo persone, ma dovete sempre tenere conto di una cosa: quello che vediamo è uno scheletro rivestito. Noi siamo letteralmente costruiti sopra e attorno al nostro personale scheletro.

Quindi, lo possiamo visualizzare parlando. Sappiamo che forma ha. Ma non sappiamo cosa sia e soprattutto come funzioni. E per un artista, capire come funziona è fondamentale per creare lavori che non contengano errori improbabili e imbarazzanti.

Vediamo di comprendere come stanno le cose.

Noi viviamo in movimento. Ogni parte del corpo ha una precisa funzionalità, e negli esseri viventi buona parte del corpo è dedicata alla protezione degli organi molli /quelli interni) e alla possibilità di reagire, interfacciarsi e relazionarsi con l’ambiente esterno, per cacciare, mangiare, dormire, riprodursi mettersi al riparo, correre, saltare, arrampicarsi…e scappare mettendosi in salvo.

Ne consegue che vi sono una quantità di azioni, piccole e grandi, che devono essere compiute centinaia, migliaia di volte ogni giorno, per espletare una quantità di compiti. Certo, dai tempi delle caverne il mondo è cambiato, e con esso anche i movimenti e le azioni che ci vengono richieste. Ma alcune sono rimaste le stesse: camminare, saltare, girarsi, allungare le braccia, sollevare pesi, arrampicarsi, appoggiarsi…molto è rimasto immutato. E sono tutte azioni che vengono svolte dai muscoli, dai tendini, dalle articolazioni.

Che però, essendo tessuti molli, non possono stare su da soli. Hanno bisogno di un supporto, una struttura alla quale agganciarsi, e che li preservi da alcuni guai.

Ed ecco che entra in gioco lo scheletro. È la struttura sulla quale vengono appesi gli organi… e deve essere funzionale, robusto, agile ma al tempo stesso strettamente collegato e non scindibile nelle parti. È la prima parte del nostro essere che si muove e determina le nostre potenzialità viventi. Bisogna perciò conoscere bene le sue particolarità, perché sono queste ultime, interagendo con i muscoli, che delineano i movimenti.

Poi, dobbiamo pensare che noi vediamo sempre uno scheletro rappresentato nella sua interezza, ma non è un pezzo unico. Al contrario, è diviso in più “blocchi”, collegati e interagenti tra loro, ognuno con una funzionalità precisa ma che lavora in cooperazione con gli altri. Così, prendiamo atto di un’altra cosa: lo scheletro ha parti fisse e parti mobili, ma non possiede movimenti illimitati. Al contrario, è molto plastico, agile, ma ha movimenti codificati e non casuali.

Lo scheletro muta nel corso di tutta la vita, ma i cambiamenti più evidenti si vetrificano nell'infanzia.

Ad esempio, che le ossa formanti lo scheletro si rinnovano in continuazione, integralmente, per buona parte della nostra vita. Quindi lo scheletro cresce, si trasforma, si adatta e invecchia esattamente come noi. Ne consegue che per rappresentare degnamente uno scheletro non si può prescindere, tra le altre cose, dal tenere presente l’età del soggetto raffigurato.

Allora, visto che le componenti in gioco sono tante, e tutte interessanti andiamo a vedere come è fatto lo scheletro.

Iniziamo con una curiosità, ma che ci aiuta a identificare meglio le aree che andremo a studiare. È un concetto che riprenderemo più avanti, nello specifico, ma è interessante, adesso, iniziare a vedere lo scheletro in una maniera diversa dal solito.

Per esempio, abbiamo detto come le ossa abbiano funzionalità precise. E per assolvere ai propri compiti, sono fatte diversamente una dall’altra, appartengono a categorie diverse, e si sviluppano diversamente.

In linea generale si dividono in:

Protettive: alcune ossa proteggono organi interni. Il cervello è protetto dalle ossa craniche, cuore e polmoni sono protetti dalla gabbia toracica (a sua volta composta da più elementi) e le vertebre, ad esempio, circondano il midollo spinale.

Motorie: grazie ai punti di inserzione dei tendini muscolari e alle articolazioni, permettono il movimento dell'organismo nello spazio tridimensionale.

Sensoriale: proprio delle piccole ossa trasmettono il suono agli organi interni dell'orecchio.

Sostenitive: le ossa che formano l'impalcatura del corpo fornendo sostegno e attacco a tutti i tessuti molli. Interagendo con nervi e muscoli sono anche responsabili dell’equilibrio e della postura. Le ossa degli arti inferiori fungono da pilastri per il tronco nella stazione eretta, e la gabbia toracica dà sostegno alla parete del torace.

È un peccato doversi fermare qui: le ossa sono una parte vitale del nostro organismo, producono, mediante il midollo osseo contenuto al loro interno, globuli rosi, bianchi, piastrine, Sali minerali…

Ma queste affascinanti informazioni esulano dal nostro campo di interesse, e quindi, sebbene a malincuore, dobbiamo salutarle e continuare il nostro cammino

Alcune delle interpretazioni iconiche e fumettistiche dello scheletro nel corso degli anni

 

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